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Comune di Sarroch
Sarroch

Nuraghe Sa Domu e s’Orcu

Il nuraghe Sa Domu e s’Orcu si trova circa un chilometro a Est del centro abitato di Sarroch, sulla cima di una cresta rocciosa che domina il Golfo degli Angeli a quota 103 metri sul livello del mare. Sulle cime rocciose che lo circondano sorgono i nuraghi Santa Vittoria, Motti e Prana e Crisi, tutti di piccole dimensioni, mentre più a Nord, sopra l’insediamento industriale SARAS, si trova l’imponente cittadella nuragica di Antigori. Il nuraghe Sa Domu e s’Orcu fu scavato nel 1924 dal Soprintendente Antonio Taramelli, per concessione del proprietario Giuseppe Stotto. Tra il 1977 e il 1979 la Soprintendenza Archeologica effettuò un intervento di restauro per rimediare ai danni provocati dalle esplosioni che avevano luogo nella vicina cava di pietra. Inoltre nel 1978 la professa Maria Luisa Ferrarese Ceruti eseguì un saggio di scavo nel cortile, recuperando ceramiche nuragiche e frammenti di vasi di produzione locale ma di imitazione dei prodotti micenei. Questo fatto colloca il nuraghe Sa Domu e s’Orcu, insieme agli altri monumenti della zona, nella sfera d’influenza del nuraghe Antigori, dove il contatto e l’interazione tra la civiltà dei nuraghi e i navigatori egei sono testimoniati dalla quantità e qualità dei reperti ceramici direttamente pervenuti dalla Grecia, da Creta e da Cipro, e dai recipienti prodotti localmente sulla base di modelli e tecniche propri del mondo egeo. Restauro e consolidamento integrale, ormai prossimo alla conclusione, che ha l’obiettivo di mettere in sicurezza il monumento e porre le basi per la pubblica fruizione dell’area di proprietà comunale. È un nuraghe complesso, cioè composto da diversi corpi giustapposti costruiti con blocchi di andesite: una torre principale troncoconica e un corpo aggiunto con spigoli laterali sporgenti ad angolo retto, che contiene un cortile scoperto e una torre secondaria. All’interno della torre principale e della torre secondaria si trovano due camere circolari coperte con volte a cupola, oggi parzialmente crollate nella parte superiore. La torre principale ha un ingresso piuttosto alto; per questo particolare e per altri caratteri costruttivi essa contrasta col corpo secondario, che certamente venne aggiunto in un secondo momento. La camera della torre principale, con un diametro alla base inferiore a 4 metri, è una delle più piccole note nell’intera Sardegna; inoltre essa ha un profilo stretto e allungato con scarsa sporgenza degli anelli che preparano la chiusura della falsa cupola. A questo si aggiungono il forte spessore della muratura, la mancanza di nicchie e la ripida e a 4,5 metri di altezza e che collegava la camera col terrazzo sommitale o con un eventuale altro vano superiore. Tutto ciò pone la torre principale di Sa Domu e s’Orcu su un gradino molto arcaico nella linea evolutiva delle torri nuragiche con camera coperta a falsa cupola. L’unico spazio accessorio è costituito da uno stretto e basso corridoio ricavato a mezza altezza della camera, tra l’imbocco della scala e la sommità dell’apertura dell’andito di accesso. Il corpo aggiunto, solitamente denominato bastione, si distingue dalla torre principale soprattutto per gli ingressi assai bassi. Quello ricavato nello spessore del muro che chiude a Est il cortile è l’unico accesso al monumento, ed è costituito da un anditino con una nicchia sulla destra di chi entra; la volta si solleva e si assottiglia al centro fino ad aprirsi in una botola quadrata. Infatti, il nuraghe Sa Domu e s’Orcu è l’unico finora noto nella Sardegna meridionale che presenti un particolare strutturale documentato nelle torri principali di alcuni nuraghi complessi dell’Oristanese, cioè un piccolo vano che sovrasta l’ingresso, col quale comunica attraverso una botola. Qui il piccolo vano è ricavato anch’esso nello spessore del muro che chiude a Est il bastione e non è visibile dall’esterno perché non presenta aperture. Per quanto ristretto, il cortile è lo spazio centrale del nuraghe, dal quale si accedeva, direttamente o indirettamente, a tutti i vani interni e ai terrazzi sommitali. Sul lato settentrionale, costituito dal paramento esterno dell’originaria torre principale, si apre l’ingresso alla camera di questa; sulla parete meridionale si apre il basso ingresso della camera della torre secondaria, mentre a Ovest c’è una nicchia annerita da fuochi antichi e recenti. Infine, nella parte più alta della parete del cortile, verso Sud-ovest, si apre un finestrone, oggi parzialmente obliterato dai restauri perché gravemente pericolante, che in origine dava accesso a una scala intermuraria, consentendo il collegamento tra il cortile stesso e il terrazzo sommitale del bastione. All’esterno del nuraghe, lungo il lato occidentale del bastione, sono allineati alcuni blocchetti squadrati di arenaria, recuperati dall’ammasso di blocchi di crollo che ancora avvolge in parte la base del nuraghe. Questi blocchetti costituivano la parte sommitale del monumento, oggi completamente franata, volutamente contrastante per colore e rifinitura. A Est del nuraghe si trovano scarsi resti di un piccolo abitato; ma la conformazione del territorio fa sì che i principali insediamenti fossero collocati sulle basse colline circostanti.

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